Mi sto ritrovando da qualche tempo a questa parte nella spiacevole situazione di avere un intorno relazionale di complottisti. In particolar modo facente parte dei due macro-gruppi: i complottisti di pancia (coloro che non conoscono, non sanno, non sono istruiti e né hanno lo spazio per recepire a posteriori certe conoscenze basilari. Ah sì, generalmente con la memoria corta, anche); i complottisti che pensano di sapere (i più temibili. Costoro riescono a rielaborare e ripresentare le notizie fasulle per reinserirle in circolo, diverse, più o meno accattivanti. Sono i veri nodi responsabili della macchia d’olio).
Quanto ha senso tentare di lottare per qualcosa di tangibile che però continua a sembrare un enorme, inutile, vecchio, reiterato, mulino a vento?
Ho sempre desiderato poter contribuire a mio modo all’equilibrio dell’universo, al bene di questo mondo, a quel poco che vedo e che ne rimane, ma sembra umanamente impossibile. Di base, a quanto pare, non è possibile gioire di una conquista perché tanto ormai si sa, l’inculata è dietro l’angolo e quindi questo tanto basta per diffidare da qualsiasi cosa, anche della propria ombra.
Lungi da me volere che questo diventi un trattato psicologico, non ne ho le competenze, né credo sarebbe esaustivo (sono al momento vittima io stessa di una discreta quantità di bias emotivi derivanti da una collera parecchio spietata nei confronti di determinate “notiziole”) ma la stanchezza che provo penso abbia bisogno di uno sfiatatoio o finisce per debilitarmi.
La questione trigger in questo caso è stata nei confronti del vaccino contro il SARS – CoV – 2, il quale, a quanto pare, da leak incredibili di tweet ormai rimossi, porterà alla scrematura dei vaccinati vs i non vaccinati e che questi ultimi, secondo dei notissimi economisti facenti parte di una cerchia di pochi eletti stile Club Bildenberg, saranno privati di scorte di cibo (o qualcosa del genere?? Vorrei davvero lasciare un link, una fonte, un riferimento ma non ce ne sono di considerabili attendibili. A meno che non consideriate attendibile uno screenshot con una didascalia in Comic Sans). Momenti come questo mi portano onestissimamente a credere che non è possibile un tale rimbecillimento.
Partiamo da una cosa: chiunque può scrivere un libro. Su qualsiasi cosa. Anche vostro cugino. Che magari è bravissimo eh, nello scrivere, un lessico impeccabile, parole altolocate (che cerchi nel dizionario e vedi che esistono, mannaggia, deve essere proprio vero!) ma nella vita fa il carpentiere e di macroeconomia non sa nulla. Lo assumereste come commercialista?
Prima obiezione: il curriculum di certi omuncoli autori di libri che paiono trattare esattamente ciò che hanno studiato per tutta la vita, in contesti storici loro, con percorsi di studi ricchi, sono forniti, densi di riferimenti che sì, magari sono anche attendibili, seguono le linee guida del pensiero critico e sono scientificamente affidabili (big news: il metodo scientifico è applicabile a qualsiasi ambito, anche quello umanistico/politico) e quindi perché non dovrei credere a ciò che scrivono?
Ma perché dovresti, mi domando io? Prima del nobilissimo senso civico e bisogno di salvare il mondo, ci sono mille motivi per il quale una persona potrebbe mettersi a scrivere un trattato gridando allo scandalo e, onestamente, sono anche ben maggiori dei motivi che lo porterebbero a denunciare, posto che ciò che dice sia vero, una determinata ingiustizia/situazione/previsione. Senza contare che i canali tramite il quale farlo non sono di certo questi, non sono lo scrivere 300 pagine buttando qui e lì nozioni sensazionalistiche sussurrando all’orecchio del lettore di guardarsi le spalle perché c’è Big Brother dietro (parecchio stupido tra l’altro, se permette la divulgazione di determinate notizie e le lascia fruibili ai suoi sudditi così chiaramente, così bene, così alla leggera). Quale dovrebbe essere la discriminante tale per cui la parola di uno sconosciuto che però ha una pagina wikipedia dovrebbe venire prima della realtà che ti sta attorno? E soprattutto, a quale pro pensare che il vicino di casa stia escogitando di fregarti e uno che non sai manco che volume d’aria occupa nel mondo sicuramente è il buono della favola?
Da quando esattamente va di moda fare la guerra a ciò che è giusto per il macro, pur di difendere il proprio giardino? A che pro alzare torce e forconi verso il cambiamento che ci spaventa, che non conosciamo, prima ancora di analizzare veramente ciò che abbiamo davanti e ci è proposto?
E soprattutto: perché quando faccio notare questa cosa vengo categorizzata per l’inguaribile ottimista di turno che non si accorge di vivere in un mondo dove le cose non vanno?
Molte cose non vanno. Quindi è chiaro, dovrei distendermi a letto, dopo aver fatturato il mio quotidiano e incazzarmi su internet contro qualsiasi cosa mi imponga qualcosa fuori dalla mia comfort zone e, soprattutto, fare l’ultras con il primo stronzo che su internet molla una frase o un pensiero che lasciano la mia testa divagare nel catastrofismo. Un esempio? “Hanno messo i lacci nelle scarpe, pensate ora quale sarà il prossimo passo, mettere ovunque i lacci alle scarpe, chi vorrà usare i mocassini non ne troverà più, ne verrà privato, verrà visto come un alieno”. Quanto sembra assurda questa illazione? Ora, per cortesia, modificate, in questo specifico caso, i lacci con vaccino, i mocassini con i non vaccinati e il senso di catalogazione dei “portatori senza lacci” con quello che sta avanzando ora nel mondo riguardo il patentino della vaccinazione. Non c’è una conclusione, non c’è un’argomentazione, non c’è sostegno ad una tesi (c’è una tesi?) però questo tanto basta perché questa informazione, lanciata nel mondo cruda e grezza com’è, instilli in me un dubbio che poi si farà cancerogeno perché io mica mi faccio fregare, sono più furbo, eh no!
Se vieni lasciato libero di fare il cazzo che ti pare comunque preferisci seguire quel che dice trottolina_86, la quale su Facebook guarnisce di una cornicetta e di abusatissimi puntini di sospensione il suo modesto pensiero secondo il quale il vaccino fa schifo e ti fa venire la febbre e quindi no eh.
Ma allora.
Allora.
Se c’è una guida non la volete perché vi prende per il culo. Il prossimo vi prende per il culo. Se non c’è una guida non siete in grado di autogestirvi perché non capite che per proteggere voi e i vostri cari dovete pensare al gruppo e non al singolo. Vi lamentate se si dice “immunità di gregge” solo perché fondamentalmente dovete riversare l’infelicità della vostra esistenza e l’insoddisfazione personale in qualcosa oltre la vostra sfera intima, gettando contributi caotici al mondo e disinteressandovi delle conseguenze.
Vi chiedo.
Non vi rendete conto che vi state prendendo per il culo da soli?